L’obesità è una malattia grave, cronica e recidivante, con un’elevata prevalenza e un sostanziale bisogno clinico insoddisfatto.1 Nello studio internazionale ACTION-IO, è
stato osservato che trascorrono in media sei anni tra il momento in cui le persone con obesità iniziano a lottare contro l’eccesso di peso o l'obesità e quando discutono per la prima volta del loro peso con un operatore sanitario.1 Questo set di dati internazionale rivela la necessità di aumentare la comprensione dell’obesità e di migliorare l’educazione riguardante le sue basi fisiologiche e la sua gestione clinica.1
In questo contesto, la definizione dell'obesità come adiposity-based chronic disease (ABCD) è di particolare rilevanza, essendo in linea con la proposta della European
Association for The Study of Obesity (EASO) di migliorare i criteri diagnostici per l'obesità della classificazione internazionale delle malattie ICD-11, che si basa su tre
dimensioni, ossia eziologia, grado di adiposità, e rischi per la salute.2 Infatti, il BMI (Body Mass Index) come misurazione unica dell’obesità non riflette l’intera complessità della malattia.2
In quest’ottica, per migliorare la qualità delle cure per l’obesità e l’accesso alle stesse a livello globale è necessaria una migliore comprensione non solo della malattia, ma anche del modo in cui le persone affette da obesità sono attualmente gestite, e come dovrebbero essere gestite.1